Endometriosi, il microbiota intestinale spiegherà come si sviluppa e chi rischia

L'endometriosi è una condizione infiammatoria cronica: uno studio mostra come sia fondamentale la salute del microbiota

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 25 Giugno 2025 12:57

L’endometrio è il tessuto più interno dell’utero, organo fatto a “strati”. A volte, però, può crescere in modo anomalo, anche al di fuori dell’organo. E magari svilupparsi dove non dovrebbe, crescendo in modo anomalo. Nasce così l’endometriosi, patologia che spesso fatica ad essere diagnosticata, la cui diagnosi arriva in certi casi dopo parecchio tempo.

Intanto, la scienza cerca di capire come possano nascere le lesioni e l’infiammazione in altre aree del corpo, come le ovaie e la zona pelvica, che danno origine al quadro patologico. In questo senso un’ipotesi di lavoro porta a valutare il microbiota.

È stato dimostrato che il microbiota svolge un ruolo sia nell’immunità dell’ospite che nel metabolismo degli estrogeni, e l’endometriosi è, a tutti gli effetti, una patologia dipendente dagli estrogeni in cui coesiste una disregolazione del sistema immunitario.

Parte quindi uno studio mirato, che vede protagonisti gli esperti dell’unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella (Verona). La ricerca si chiama BIOME-ENDO si propone di analizzare tre tipi di microbiota femminile (vaginale, cervicale e rettale) nella patologia endometriosica.

Cos’’è l’endometriosi

“L’endometriosi è una condizione infiammatoria cronica che colpisce una donna su dieci, circa tre milioni in Italia e 190 milioni nel mondo – commenta Marcello Ceccaroni Direttore del Dipartimento per la tutela della salute e della qualità di vita della donna U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia presso l’IRCCS Ospedale Sacro – Cuore Don Calabria. È caratterizzata dalla presenza di cellule simili al tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina in sedi ectopiche (peritoneo, ovaie, tube di Falloppio, intestino, vescica)”.

Il sintomo principale dell’endometriosi è il dolore, in particolare quello pelvico cronico, spesso associato a mestruazioni dolorose. Il dolore può anche manifestarsi durante i rapporti sessuali, l’evacuazione intestinale o la minzione. In alcuni casi, è così intenso da influire sulla vita quotidiana. Altri sintomi includono sanguinamenti abbondanti, disturbi intestinali e gonfiore addominale. Tuttavia, alcune donne possono non avere sintomi evidenti.

L’importante, in ogni caso, è non rassegnarsi considerando il dolore come incontrollabile. È essenziale che le donne affette da endometriosi non considerino la regolarità di mestruazioni mensili dolorose per decenni come uno stato fisiologico normale. Riconoscere che il dolore mestruale non debba essere accettato come una parte inevitabile della vita può costituire un passo cruciale verso una diagnosi precoce e un trattamento adeguato.

Cosa si propone lo studio

Obiettivo primario dello studio è confrontare il microbioma vaginale, cervicale e rettale in pazienti con endometriosi in localizzazioni varie (endometriosi ovarica, peritoneale, profonda) e in pazienti senza endometriosi.

Grazie alla ricerca si punta quindi a legare la valutazione del microbiota dei distretti vaginale, cervicale e intestinale alla severità della patologia endometriosica, rendendo possibile fare del microbiota un elemento importante di definizione prognostica della malattia e di aiuto nella definizione di quali pazienti potranno presentare maggiori o minori sintomi e complicanze postoperatorie.

Il microbioma, ovvero il corredo genetico dei batteri che compongono il microbiota, diventa quindi una sorta di “segnalatore” potenziale della malattia. “Il microbioma intestinale, con i suoi 3.300.000 geni (noi ne abbiamo 23.000!) è il potente regista della nostra salute, insieme all’intestino e al cervello viscerale – fa notare Alessandra Graziottin Professore a contratto del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia Università degli Studi di Verona, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia medica H.San Raffaele Resnati, Milano Presidente, Fondazione Graziottin per la cura del dolore nella donna Onlus. Dialoga costantemente con il microbioma degli altri distretti corporei, tra cui il microbioma vaginale, vescicale, endometriale.

Il microbioma in equilibrio dinamico (“eubiosi”) protegge la nostra salute. Se alterato (“disbiosi”) diventa a sua volta co-fattore e acceleratore di diverse patologie, soprattutto in caso di disbiosi persistente. Dati preliminari suggeriscono che il microbioma disbiotico nei suoi diversi distretti possa accelerare anche la progressione dell’endometriosi e peggiorare il dolore. Ecco perché partecipo con entusiasmo a questo studio pionieristico, ricco di implicazioni per aiutare in modo sempre più efficace e innovativo le donne colpite da endometriosi.”

Cosa ci si aspetta

Lo studio BIOME-ENDO coinvolgerà per due anni circa  2.000 donne dai 18 anni in su con sospetta patologia ginecologica benigna indirizzate al Negrar come candidate per un approccio chirurgico, arruolandole in due gruppi: gruppo endometriosi (con diagnosi ecografica o chirurgica di endometriosi candidate ad un approccio chirurgico) e gruppo di controllo (con diagnosi ecografica o chirurgica di fibromi uterini, malformazioni uterine, prolasso uterino o polipi uterini, candidate ad un approccio chirurgico).

Un’analisi ad interim sarà condotta dopo il reclutamento di 300 pazienti (150 con endometriosi e 150 con altre sospette patologie ginecologiche benigne) per esplorare i risultati preliminari. Delle pazienti di entrambi i gruppi saranno raccolti dati anamnestici e preoperatori (inclusi dati fisici oggettivi, dati ecografici, risultati del questionario che indaga le funzioni degli organi pelvici) e i dati chirurgici.

Nel caso venga eseguita una isteroscopia, come richiesto dalla normale pratica clinica, sarà raccolto un campione endometriale per la valutazione del microbioma. Durante la valutazione preoperatoria, verranno raccolti tamponi vaginali, cervicali e rettali. Il DNA sarà estratto secondo un protocollo sviluppato da Wellmicro, che eseguirà la valutazione del microbioma con metodica Shotgun e l’analisi bioinformatica e statistica dei dati raccolti.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.