I meccanismi dell’abbronzatura, 5 consigli per rispettare la pelle

La “vera” abbronzatura si origina diverse ore dopo la fotoesposizione. Come prendere il sole in modo corretto: i consigli dell'esperta

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 27 Giugno 2025 10:21

Magari non ci pensiamo. Ma ogni volta che ci sdraiamo al sole, il nostro corpo si trova esposto ad una serie di radiazioni più o meno intense che interagiscono con la cute. In questo senso il sole, se non siamo abbastanza protetti, può risultare aggressivo. O meglio, possono esserlo i suoi raggi, che portano la pelle a mettere in atto specifici meccanismi di risposta, modulati a seconda dell’entità della radiazione incidente.

Sostanzialmente la risposta cutanea consiste nell’attivazione di meccanismi di difesa che coinvolgono il sistema immunitario, i sistemi di autoriparazione cellulare, i mediatori dell’infiammazione e le cellule produttrici di melanina.

Insomma: alla fine, l’abbronzatura quindi non è altro che una risposta di difesa della pelle alla fotoesposizione, tramite la stimolazione dei melanociti (speciali cellule cutanee) che aumentano la produzione di melanina.  E bisogna sempre ricordare che il classico arrossamento che compare già durante l’esposizione al sole, quella che definiamo abbronzatura immediata ed è frutto del cosiddetto fenomeno di Merovsky), non è una vera e propria “tintarella” tanto che scompare rapidamente.

La “vera” abbronzatura, invece, si origina diverse ore dopo la fotoesposizione, ed è supportata dalla neoproduzione di grani di melanina ad opera dei melanociti attivati dagli UVB della luce solare. Comporta un ispessimento dello strato corneo, una delle aree che trasversalmente si incontrano nella pelle.

L’esposizione ai raggi solari, insomma, va fatta con intelligenza. Dando tempo al tempo, per ottenere una valida tintarella che rispetti la pelle e si mantenga. E soprattutto facendo in modo che l’epidermide non soffra per l’azione delle radiazioni solati.

È il messaggio che viene dall’evento “Sole e pelle: come prendersene cura in ogni fase della vita”, promosso da Assosalute, con la partecipazione di Elisabetta Fulgione, specialista in dirigente medico presso Clinica Dermatologica Università della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli. Grazie all’esperta, definiamo allora cinque semplici consigli per una tintarella ottimale che rispetti la pelle.

  1. Controllate regolarmente i nei. Ognuno di noi ha una pelle diversa. È fondamentale, in chiave di prevenzione dei tumori cutanei ed in particolare del melanoma, tenere sotto controllo i nei e ovviamente rivolgersi al dermatologo se si notano cambiamenti su uno di questi. Grazie a semplici esami, lo specialista può individuare minime variazioni e valutare la situazione.
  2. Usate bene la crema solare. Sarebbe importante applicare la protezione solare ogni due ore e dopo ogni bagno. Andrebbe spalmata applicata in quantità generose prima dell’esposizione e riapplicata ogni due ore, o anche più spesso in caso di bagni prolungati, sudorazione intensa o se si è a contatto con superfici riflettenti come acqua e sabbia. La costanza nell’applicazione è fondamentale per schermare sia i raggi UVB, responsabili di scottature ed eritemi, sia gli UVA, che penetrano più in profondità accelerando l’invecchiamento cutaneo e aumentando il rischio di tumori della pelle.
  3. Rispettate l’orologio. Il sole non ci “colpisce” sempre con la medesima intensità. La fascia oraria tra le 11 e le 16 è quella in cui l’intensità dei raggi ultravioletti raggiunge il picco massimo. Esporsi in queste ore significa aumentare esponenzialmente il rischio di eritemi, ustioni e danni a lungo termine come fotoinvecchiamento e tumori cutanei. Bisogna pianificare le attività all’aperto nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio, quando la radiazione UV è meno aggressiva.
  4. Proteggete il capo. La testa va sempre protetta dal sole, anche per il rischio di insolazioni oltre che per preservare la pelle. Conviene quindi indossare cappelli a tesa larga, occhiali da sole con filtri UV certificati e abiti leggeri ma coprenti, preferibilmente in tessuti tecnici o a trama fitta. La protezione fisica è indispensabile soprattutto nelle zone dove la crema tende a essere rimossa facilmente, come spalle, dorso e décolleté.
  5. Bevete molto. Frutta, verdura e acqua. sono questi gli alimenti che non debbono mai mancare nelle calde giornate estive. Ricordate che una volta esposta al sole la pelle ha bisogno di essere reidratata e lenita. L’uso di creme doposole o idratanti ricche di ingredienti lenitivi come aloe, pantenolo e burro di karité aiuta a ripristinare la barriera cutanea, ridurre l’infiammazione e prevenire la desquamazione. L’idratazione però non deve essere solo esterna, ma anche “interna”: bere molta acqua è fondamentale per compensare la perdita di liquidi dovuta al caldo.

Il consiglio finale

Le cinque lettere della prevenzione. In presenza di nei, ricordate la formula ABCDE. La A indica l’asimmetria del neo, che, la B fa ricordare che i bordi del melanoma sono frastagliati, al contrario di un normale neo. La C sta per colore e ricorda come in un melanoma possano essere presenti più sfumature di colore (marrone, nero, rosso, bianco) quando in un neo normale il colore è quasi sempre uniforme, più o meno intenso.

La D sottolinea come siano importanti le dimensioni del neo: se il diametro della lesione supera i 6 millimetri, specie se accompagnato da una crescita, lenta ma progressiva, bisogna allarmarsi. Infine la E fa memorizzare che occorre andare dal medico se quello che sembra un neo cambia nei suoi aspetti, cioè la sua evoluzione, o se cresce in alto (elevazione).

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.