Nicole Berlusconi, nipote dell’ex Premier Silvio e figlia di Paolo, si ritrova dall’altra parte della barricata: non più paladina che denuncia maltrattamenti, ma imputata in un’aula di tribunale.
La 36enne attivista per i diritti degli animali è finita a processo a Bergamo, con l’accusa che avrebbe esagerato una denuncia contro un maneggio. Infatti, titolari del centro ippico le chiedono un milione di euro di danni, e il giudice ha sospeso tutto per dare spazio a una possibile tregua.
Nicole Berlusconi denunciò un maneggio nel 2023: ecco cos’è successo
Tutto nasce nell’aprile 2023, quando Nicole Berlusconi entra al maneggio Ca’del Pianone di Mapello (Bergamo) decisa a verificare di persona le condizioni dei cavalli. Armata di smartphone, fotografa e filma box e animali, poi pubblica tutto sui social della sua onlus Progetto Islander, lanciando accuse di maltrattamenti.
Parla di una “situazione agghiacciante”: cavalli denutriti, sporchi, senza cibo né paglia, costretti a mangiare fieno ammuffito. Le immagini fanno scalpore, scatta un’indagine formale, ma si conclude con un nulla di fatto. Le autorità non trovano tracce di abusi e archiviano il caso.
Risarcimento da un milione di euro chiesto dai gestori del maneggio
Il colpo di scena arriva dopo mesi: Nicole Berlusconi viene rinviata a giudizio con l’accusa di calunnia, diffamazione aggravata, violazione di domicilio e interferenze illecite nella vita privata. Secondo la Procura, avrebbe pubblicato contenuti falsi pur sapendo che i gestori del maneggio erano innocenti. Un’accusa pesante che cambia completamente la narrazione iniziale.
All’udienza del 13 giugno a Bergamo, i fratelli Lorenzo e Michaela Antali, ex gestori del centro ippico, si sono costituiti parte civile e hanno chiesto un risarcimento di un milione di euro. Nicole era assente, rappresentata dal suo avvocato. La richiesta di danni ha congelato il processo: la giudice ha rinviato tutto a settembre per dare spazio a un possibile accordo extragiudiziale.
Cosa potrebbe accadere ora: trattative in corso per evitare il processo
La difesa di Nicole, guidata dall’avvocato Guido Carlo Alleva, si è detta disponibile a valutare un accordo, magari con scuse pubbliche e un risarcimento simbolico. Nessuna intesa è stata raggiunta durante l’udienza, ma le trattative restano aperte. Tutto è rinviato al 18 settembre 2025, quando si deciderà se andare avanti con il processo.
Lei per ora mantiene il silenzio. Nessun post, nessuna dichiarazione. A parlare sono i suoi avvocati, che ribadiscono la buona fede di Nicole e la volontà di chiarire tutto in aula, se necessario. “Siamo convinti delle nostre argomentazioni”, ha dichiarato il suo legale, lasciando però spazio a una soluzione meno traumatica.
I titolari del maneggio: “Danni incalcolabili, siamo stati rovinati”
Dall’altra parte, i fratelli Antali non sembrano intenzionati a fare sconti. Dopo il clamore mediatico scatenato dalle accuse, raccontano di aver perso tutti i clienti e di aver chiuso il maneggio. Per loro, il milione richiesto serve a risarcire un danno non solo economico, ma anche morale.