Come viaggiare gratis all’estero (e vivere esperienze che non troverai in nessuna guida)

Dimenticate hotel, pacchetti e itinerari preconfezionati: c’è un altro modo di viaggiare, più autentico e sorprendente. E sì, è anche gratis. Vi raccontiamo come funziona davvero (e perché vale la pena provarci)

Foto di Miriam Tagini

Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

Pubblicato: 21 Giugno 2025 11:31

Ci sono sogni che sembrano troppo grandi per stare nel portafoglio. Tipo partire per l’estate e girare l’Europa. Oppure vivere un mese a Londra, dormire in una casetta di legno in Portogallo, visitare i mercatini di Natale a Berlino. Sogni pieni di immagini, profumi, storie da raccontare. Ma quando si passa dal desiderio al conto in banca, spesso qualcosa si blocca. Perché viaggiare costa. O almeno, è quello che si pensa.

Poi però succede qualcosa. Un’amica ti racconta di essere andata a Copenaghen senza pagare neanche una notte d’hotel. Una ragazza conosciuta su Instagram posta stories di un viaggio in solitaria in Francia dove fa la dogsitter. Un TikTok diventa virale e mostra una ventenne che viaggia in cambio di qualche ora di volontariato al giorno. E all’improvviso il sogno torna a respirare.

Perché sì: si può viaggiare gratis. O quasi. E non si tratta solo di risparmiare, ma di vivere esperienze che non troverai in nessuna guida turistica. Dormire sul divano di uno sconosciuto che diventa un amico. Accudire un gatto in una casa con vista sul Tamigi. Raccogliere uva in una fattoria biologica in Spagna. Basta cambiare punto di vista. E partire con la voglia di mettersi in gioco.

Quando un divano ti porta dall’altra parte del mondo

All’inizio ti sembra strano. Mandare una richiesta a qualcuno che non conosci, per dormire sul suo divano? Ti chiedi se è sicuro, se è affidabile, se non è meglio una stanza da prenotare con un clic. Poi però entri nel sito di Couchsurfing e leggi le recensioni. Persone da ogni parte del mondo che hanno ospitato e sono state ospitate. Storie di cene improvvisate, passeggiate notturne, scoperte condivise.

Couchsurfing non è un modo per avere un letto gratis. È un modo per vivere una città attraverso gli occhi di chi ci vive. Ti ritrovi a parlare con una studentessa berlinese che ti porta nel suo caffè preferito, o con un informatico di Lisbona che la sera cucina per tutti gli ospiti. Non ci sono aspettative, non c’è scambio di denaro. Solo gentilezza, curiosità, apertura.

E così succede che in tre giorni impari più portoghese di quanto pensavi, che ti affezioni a qualcuno che non avevi mai visto prima, che il mondo ti sembri un posto un po’ più grande e un po’ più vicino.

House-sitting e pet-sitting: quando ti prendi cura di una casa

Poi ci sono quelle esperienze in cui non sei ospite, ma custode. House-sitting e pet-sitting: qualcuno parte per le vacanze e ha bisogno che qualcuno si prenda cura della sua casa, o dei suoi animali. In cambio, offre un alloggio gratuito, spesso per settimane.

Immagina di arrivare a Londra, aprire la porta di una piccola villetta e trovarti una cucina accogliente, due gatti sonnolenti e una lettera con le istruzioni per innaffiare le piante. Non sei in hotel, non sei nemmeno in affitto. Sei lì per prenderti cura di quello spazio. E mentre lo fai, vivi.

Fai la spesa nel market all’angolo, scopri il parco dove portare a spasso il cane, ti svegli ogni mattina in un quartiere che non avresti mai conosciuto da turista. Ti senti parte di qualcosa, anche se solo per un po’. E quando arriva il momento di ripartire, quella casa non ti sembra più quella di un estraneo.

Volontariato, fatica e momenti che restano addosso

Ci sono poi i viaggi che iniziano con un “dai, provo” e finiscono con un “non volevo più andare via”. Tipo quando ti iscrivi a Workaway e finisci in una piccola fattoria in Bretagna, a raccogliere mele e imparare a fare il sidro. Oppure in un ostello sulle montagne greche, dove la mattina prepari la colazione e il pomeriggio esplori sentieri e villaggi.

Non paghi nulla per dormire o mangiare, ma offri un po’ del tuo tempo, delle tue energie, del tuo entusiasmo. In cambio, ricevi molto di più: amicizie nuove, lingue che non sapevi di sapere, abitudini che diventano routine.

Il volontariato non è solo un modo per risparmiare. È un modo per sentirsi utili, connessi, parte di qualcosa. Ti svegli presto, magari con le mani sporche di terra o con il profumo di pane appena sfornato. Ma ogni giorno è pieno, reale, indimenticabile.

Festival, scambi culturali e viaggi che non sembrano veri

E poi ci sono le esperienze che non pensavi nemmeno esistessero. Festival che cercano volontari per montare tende, distribuire volantini, aiutare nella logistica. Progetti creativi che uniscono ragazze e ragazzi da tutta Europa. Scambi culturali finanziati dall’Unione Europea in cui tutto – volo, vitto, alloggio – è coperto.

Ci sono ragazze che hanno partecipato a workshop di danza in Lettonia, campi ambientali in Croazia, laboratori fotografici in Finlandia. Nessuno di loro ha speso quasi nulla. Ma tutti sono tornati con una nuova lingua nella testa, nuovi amici nel telefono e nuove idee su cosa vogliono fare nella vita.

Sono viaggi diversi, meno visibili. Ma forse per questo ancora più speciali.

Non serve essere ricchi per partire. Serve fidarsi (e partire lo stesso)

Alla fine, viaggiare gratis non è solo una questione di budget. È una questione di mentalità. Chi parte senza sapere esattamente dove dormirà, chi si adatta a un divano o a un materasso gonfiabile, chi cucina con quello che trova in dispensa, impara una cosa che nessuna guida può insegnare: la bellezza dell’imprevisto.

È vero, non tutto sarà comodo. Ma ogni piccola difficoltà diventerà un aneddoto da raccontare, un ricordo da custodire. E ogni persona incontrata lungo il cammino lascerà qualcosa. Una frase in una lingua nuova, un piatto cucinato insieme, un consiglio prezioso.

Viaggiare gratis è possibile. Ma soprattutto: è bellissimo. Perché ti obbliga a rallentare, ad ascoltare, a essere presente. Ti fa sentire parte del mondo in un modo che nessun resort potrà mai darti.

E quando torni, non porti a casa solo una valigia piena. Porti a casa un nuovo modo di guardare il mondo. E anche te stessa.